Nella preparazione degli atleti di endurance, pochi aspetti sono tanto cruciali quanto la relazione con il dolore. Non si tratta semplicemente di "resistere" o "sopportare", ma di sviluppare una vera e propria maestria nella gestione della sofferenza.
La domanda non è "come evitare il dolore?", ma "come trasformare il dolore in un alleato strategico?"
Durante una recente sessione di coaching con un atleta di mountain bike che si prepara per una prova di Coppa del Mondo, abbiamo esplorato un approccio progressivo alla sofferenza che potrebbe risultare utile per molti atleti che affrontano sfide di endurance.
La strategia dei cinque livelli
Immaginate la vostra prossima gara suddivisa in cinque livelli progressivi di intensità:
LIVELLO 1: Soffrire e tenere duro - È l'inizio, quando il corpo protesta e la mente deve assumere il controllo. Non combattete questa fase, accettatela come necessaria.
LIVELLO 2: Soffrire ma trovare il ritmo - Il dolore persiste, ma iniziate a stabilizzarvi, trovando un equilibrio sostenibile.
LIVELLO 3: Entrare veramente in gara - Il corpo si è adattato, la mente diventa più lucida, iniziate a sentirvi parte attiva della competizione.
LIVELLO 4: Dare tutto - È il momento di utilizzare le riserve, sapendo che avete già superato la parte più difficile.
LIVELLO 5: Morire metaforicamente nell'attività - Gli ultimi chilometri, dove ogni risorsa viene utilizzata, senza risparmi.
Il dialogo strategico con il dolore
Un elemento chiave emerso dal lavoro è la comunicazione interna con il dolore. "QUANDO HAI MALE ALLE GAMBE e mal di schiena VUOL DIRE STO ANDANDO FORTE ADESSO PASSA" non è solo un'affermazione positiva, ma un reframing completo del significato del dolore.
Provate a immaginare un dialogo tra le diverse parti del vostro corpo: i quadricipiti che "parlano" alla schiena, anticipando e accettando il dolore, e la schiena che risponde "adesso passa", creando un ciclo di comunicazione costruttiva.
L'identità vincente
"DEVI ESSERE IL CAMPIONE DEL MONDO DI FATICA" - questa frase rappresenta un potente cambio di prospettiva. La capacità di soffrire non è più un ostacolo da superare, ma un'arena in cui eccellere e distinguersi.
Chiedetevi: "Chi ha più voglia di far fatica di me?" Se la risposta è "nessuno", avete già acquisito un vantaggio mentale significativo.
Il silenzio come risorsa
Nei momenti di massima intensità, cercate il "silenzio da dentro e da fuori". Questa quiete interiore, mentre il corpo è sottoposto a uno stress estremo, rappresenta la massima espressione di controllo mentale.
La prossima volta che affronterete una sfida di endurance, ricordate: non state semplicemente resistendo al dolore - state dimostrando la vostra maestria nell'arte della sofferenza.
E questa, più di qualsiasi risultato specifico, potrebbe essere la vostra più grande vittoria.